Parcheggi, cosa cova sotto i 'birilli' del Mazzini

TERAMO – Parcheggi dell’ospedale Mazzini, adesso è tutto a posto? La rovente polemica estiva sui birilli sistemati in piazza Italia è andata in archivio? Basta annunciare la disponibilità di 320 posti per mettere tutti d’accordo? Chissà, l’impressione è che qualcosa covi sotto la cenere dell’imposizione della politica di tornare all’antico. La politica ha deciso di "regalare" quello che la legge prevede: il 25 per cento della superficie destinata a parcheggi deve essere destinato a sosta libera e al Mazzini la traduzione in cifre fa 320. Un autunno caldo è facilmente prevedibile. Il sopralluogo voluto dal sindaco per individuare le soluzioni al problema sorto dall’istituzione del parcheggio a pagamento multipiano ha rimesso sì tutto in discussione, ponendo le basi per la rimozione dei ‘birilli’ per la riserva dei posti ai dipendenti e la disponibilità a fine lavori del parking di tre centinaia di stalli ‘liberi’, ma ha sorvolato su quella che sarà una polemica di prossimo arrivo: medici e infermieri, il personale che aveva protestato per essere stato ‘costretto’ dalla sera alla mattina a pagare per parcheggiare vicino al posto di lavoro faranno sentire la propria voce, direttamente o attraverso i sindacati? Perchè tra la politica e il personale (e anche i Vigili del fuoco cn le loro sacrosante imposizioni di sicurezza) è la Asl che rischia di dover ‘subire’ la riorganizzazione di uno spazio, quello attorno all’ospedale Mazzini, che ci permettiamo di dire, è innanzitutto dell’utenza. Dei pazienti, dei loro parenti, di chi ogni giorno è costretto a frequentare un posto dove si cerca un aiuto per avere la salute. Che chiedono e pretendono il diritto a quel 25%, libero, gratis. Una percentuale X che non ha voce per parlare al tavolo ‘politico’. La Asl è in mezzo: ha il dovere di pensare ai dipendenti, alla sicurezza delle loro migliaia di famiglie, ai lavoratori diretti e indiretti ma anche e soprattutto ai propri assistiti. La Asl è in mezzo, come i birilli: deve stare lì come garanzia di sicurezza, di salute, di circolazione e di parcheggio. Deve lavorare per chiudere un cerchio in cui sia previsto che la politica lasci il passo alla gestione della sanità intesa come cosa pubblica e non di categorie professionali.